lunedì 16 dicembre 2013

Ricordi

Il mio Mac è tornato. Ora funziona perfettamente. E io posso tornare a scrivere. Peccato che il computer sia stato completamente svuotato. E per svuotato intendo dire che niente di tutto quello che c'era prima, c'è ancora.

Lo so che le persone normali fanno sempre dei gran salvataggi di tutti i dati. Lo so che è un atteggiamento da persone sagge. Lo so. E io, in parte, l'ho fatto. Un po' di tempo fa. Occhei, forse un po' troppo tempo fa. E ovviamente mica potevo prevedere la morte improvvisa del mio computer! Abbiate pietà. E' da qualche giorno che mi batto il pugno sulla testa dicendomi "ma quanto sei cretina?". Parecchio, effettivamente. Perché dai, caspiterina! Non tenersi aggiornati con il backup è da cretini. No, non vi sto dando dei cretini, dai. Lo so che sono cose che tutti sanno, ma che alla fine pochi fanno (o no?).

Ora, non è che io avessi chissà che robe trascendentali salvate sul computer. Niente tesi di dottorato, romanzi in più volumi o ricette segrete andate perdute per sempre, per intenderci.
Però avevo un sacco di foto. Avevo un sacco di foto del bebito. Foto che saranno perdute per sempre. Foto di noi due insieme che ci facciamo gli autoscatti, durante i lunghi pomeriggi della pausa maternità. Le cinquemila foto dei suoi primi sorrisi con o senza denti. Le foto di quella sera in cui facemmo le undici di sera, io con un vestito viola, lui ben chiuso nella fascia. Foto delle nostre serate estive. Foto del suo primo caco (sì, perché è stato questa la prima cosa che ha assaggiato, dopo la tetta di mammà). Foto delle nostre gite in montagna. Foto dei nostri amici in visita. Insomma un sacco di foto, che in questa magnifica era digitale, una volta cancellate, non torneranno mai più.
In realtà devo ancor quantificare l'entità del danno, nel senso che forse nella memoria di qualche macchina fotografica abbandonata, qualcosa è sopravvissuto. Forse. Ora devo prendere il coraggio di cercare.
Che strano, però. Ora potrei dilungarmi in un banale discorso su come si stava meglio prima, quando le foto al massimo potevi perderle, strapparle, bruciarle. Ma centinaia di foto non si volatilizzavano in un paio di secondi, con un paio di click. Centinaia di foto occupavano un sacco di spazio e a meno che ti andasse a fuoco l'armadio, l'evento "scomparsa" non era contemplato.
Potrei anche dilungarmi nel banalissimo discorso che i ricordi si tengono nel cuore, eccetera eccetera.

Ora, vi devo dire la vera verità. O almeno quello che ho pensato in relazione a questo evento.
La prima cosa che è che, come ho già detto, son cretina. Cadere in questo tranello è veramente banale.
La seconda è stata che, in fondo, non è poi così grave. Perché in quest'era digitale di foto ne scattano tutti, talmente tante, talmente tanto e in modo tanto compulsivo che è impossibile restare senza. Ne consegue che nei computer di amici e parenti, qualche ritratto del bebito si deve essere salvato. Per forza. E forse, chissà...saranno solo gli scatti buoni.
Perché se c'è una cosa che mi sento di dire a proposito dei tempi andati, e che si può applicare anche ai bei tempi presenti, è che le foto che reggono al tempo, quelle che invecchiano con noi, che sono portatrici di ricordi, bé non sono mai tante. Sono giusto quella decina buona.
E il resto, sì, fatemelo dire, resta dentro di noi. Noi che, grazie al cielo, non siamo computer e i ricordi non li misuriamo in pixel.

Intanto però voi fatene una copia, non si sa mai.
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