venerdì 18 ottobre 2013

Di puffi e sturalavandini

Il bebito ha iniziato a dire no. Cioè, non è che dica solo no, dice anche: mamma, acqua, miao, muuu e nanna. Però il “no” ha avuto un impatto un bel po' più incisivo. Molto più di muuu, ad esempio.
Oltre ad aver acquisito queste nuove potenzialità, il bebito ha cominciato anche a manifestare i lati oscuri di sé. Più che oscuri, diciamo i lati tipicamente umani, ecco. Cose tipo: “so che lì non dovrei mettere le mani e io appunto ce le metto volentieri. Anzi volentierissimo e ripetutamente”.
Va da sé che passare un pomeriggio intero in casa con lui può trasformarsi in un'esperienza un tantino molesta. Giusto un tantino. Rimpiangendo i bei tempi in cui bastava una tetta per risolvere un po' tutte le questioni.
Ieri giustappunto, mi ero messa in testa di pulire casa. Niente di metafisico, solo una spolverata qua e là e una passata di aspirapolvere.

Ho tirato fuori l'aspirapolvere e lui si è messo a: rosicchiare il cavo, spingere l'aspirapolvere, staccare la spina, tentare di riattaccare la spina, mordermi i polpacci (manco fosse un bassotto), mangiare la polvere e infine gridare come un aquila perché io in tutto ciò cercavo di non dargli retta (cioè contemporaneamente cantavo “44 gatti” ma a lui pareva non bastare). La crisi da “genitrice-scellerata-perché-non-mi-caghi” è durata circa un quarto d'ora. Un quarto d'ora di rotolamenti al suolo, urla e strepiti. Poi però si è ripreso. Allora ho tentato di pulire un po' il pavimento della cucina, giusto perché avevo paura di rimanerci attaccata. Lui ha aperto il cassetto delle vivande, ha tirato fuori un pacco di spaghetti (aperto), ha buttato gli spaghetti ovunque calpestandoli e creando tanti minispaghettini. Siccome sono una mamma tollerante e paziente gli ho detto “amore, va bene, gioca con gli spaghetti che intanto la mamma invece del pavimento pulisce il piano della cucina”. Però no. Il gioco degli spaghetti l'ha tenuto occupato due minuti circa, dopodiché è scomparso e riapparso brandendo una sturalavandini. Detta così pare il titolo di un film di serie B di una casa di produzione americana che non sa più bene cosa inventarsi: il bambino con lo sturalavandini. E detta così pare che io abbia lo sturacessi in cucina. Il che non è vero. Insomma sto sturalavandini ha pensato bene di darmelo sugli stinchi, lanciarlo e tentare di attaccarlo ai pensili della cucina. A parte che ho apprezzato la genialità del gesto (ha capito che la ventosa si attacca) mi sono arrabbiata. Quindi ho preso il bebito di peso, l'ho portato in salotto, gli ho dato il cesto con i libri e l'ho lasciato lì dicendogli “adesso guarda un attimo i libri che io tra cinque minuti arrivo”. Si, certo. Praticamente fantascienza pura, ma io sono una con una gran fantasia. Lui l'ha presa male, e ha ricominciato con il disco “genitrice-scellerata-ecc..ecc..” con tanto di urla, pianti e rotolamenti.

Così è stato che ad un certo punto ho sbroccato. E ho gridato come una specie di pazzoide. Alla faccia della mamma tollerante e paziente.
Ovviamente poi ci son rimasta male. Ho riflettuto sulle mie azioni e ci sono rimasta ancora peggio. Anche perché fino ad ora non era mi era mai successo di gridare come una pazza contro di lui. E non è affatto un bel gesto.
Però santiddio, ci son dei momenti in cui il mio amatissimo bebito mi fa uscire pazza! E ci sono momenti in cui mi verrebbe voglia di piazzarlo davanti alla TV con un DVD dei puffi che non finisce mai. Non so, magari nemmeno funzionerebbe.

In questi giorni, ve lo dico, mi sto sentendo una vera cacca di madre. Per non dire madre de merda che è un po' brutto. Intanto, l'ho detto.
Vi confesso che stamattina ero sollevata di andare al lavoro. Il che è tutto un dire.
E' solo che: cosa dovrei fare? Smettere di pulire? Guardate che io pulisco veramente il minimo sindacale, credetemi. Meno di così mi mandano l'ufficio d'igiene. Farmi aiutare dal mio compagno? Si ho capito, se non fosse che lui già cucina, fa il bucato e a volte pulisce pure i vetri. Per dire.

Ma cara, tienilo occupato, facendogli fare fantastici giochi educativi. Eh certo! Come se non ci avessi pensato. Infatti giusto l'altro giorno ci siamo messi a fare i travasi: piselli secchi e tanti contenitori. Per circa tre minuti il gioco pareva interessante: prendi i piselli da qui e mettili di lì. Poi la situazione è degenerata, i piselli son finiti in ogni angolo della casa e io mi son ritrovata a dover fare gli straordinari di pulizia. Lui ci è scivolato sopra, tipo cartone animato e ha rischiato pure di rompersi l'osso del collo. Molto educativo.

La soluzione naturalmente c'è. Io lo so benissimo. La soluzione è uscire, stare in giardino, andare a spasso. Insomma star fuori. Cosa che noi facciamo molto spesso, bisogna dirlo. Però mica possiamo sempre star fuori.
E poi signori, qui siamo a Berna stamattina c'erano tre gradi.
E l'inverno si avvicina. E io odio l'inverno. Io odio la neve. Io odio il freddo. Io odio star fuori al freddo. Io odio il cielo grigio. Io odio le palle di neve.
Vedete, i puffi mi stan già facendo l'occhiolino.

P.s. La scrittura di questo post è stata possibile grazie al gentile sostegno dello sturalavandini.

2 commenti:

  1. Ahahahahah oddio, so che non si ride delle disgrazie altrui, ma tu le racconti talmente bene!!!!
    E dopo la risata un bel pat pat...sai quante volte urlo io? Ho iniziato con la Belva intorno all'anno, ho continuato quando è nato il Vitellino, ora ho iniziato a urlare anche contro di lui...io di pazienza meno di zero, quindi ho ben pochi consigli se non che prima o poi passerà no? ...almeno spero...

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  2. Rosy io guardavo i puffi e molto altro e son venuta su benissimo. fanculo le regole educative new-age: mettilo davanti alla tv e fatti una canna mentre pulisci.

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