lunedì 19 agosto 2013

Il sonnambulismo della nutrice. Parliamo un po’ di sonno.

Le tematiche riguardanti il sonno del bebé , bisogna dirlo, sono sempre nella top 5 di qualunque sito, libro, discorso o articolo che abbiano come tema centrale la maternità o l’infanzia in generale. Le ricerche su google che mettono in relazione “bambini - sonno”, “bambino non dorme” e chi più ne ha… si sprecano. Insomma il sonno del bebé è un sempreverde, un tema molto ma, molto hot.

Come ormai saprete, sono un’accanita fan del co-sleeping. Dormire tutti insieme nel lettone, a parte l’essere molto bello, è anche quello che fino ad oggi ci ha salvato dalle (troppe) notti insonni. Oddio, con questo non voglio dire che qui si è sempre, ma proprio sempre dormito, la nostra dose di insonnia ce la spariamo pure noi, che credete! Ma l’aver dormito con il bebito per tutto questo tempo ha sicuramente contribuito alla nostra sopravvivenza e ha salvato una buona parte del nostro sonno.
Oltre a ciò, il dormire insieme è stato un valido aiuto (o forse ne è stata la pietra miliare) del mio felice allattamento. Oddio, anche qui non voglio dire che il mio allattamento sia sempre, ma proprio sempre felice, anch’io ho avuto (e ho!) la mia bella dose di “aiutononcelafacciopiùqualcunomelostacchidallatetta!!!”, però ho capito che poi passa, che l’allattamento è ciclico e che in genarle ho avuto un gran culo, visto che tutto è sempre andato alla grande (Per dovere di cronaca bisogna dire che a volte anche bebé “co – sleepers” non ne vogliono sapere di dormire, e questa sì…è una dura realtà da accettare, però vi assicuro che poi ad un certo punto passa. Coraggio!).

 Il nostro dormire insieme è stato il frutto di una scelta ragionata. C’è poi da dire che io son pigra e l’idea di alzarmi di notte a dare la tetta mi sembrava pura fantascienza…così ho trovato questo modo per dare la tetta senza alzarmi. L’idea di usare metodi “cry it out” (vedi Estivill e compagnia banda) non ci ha mai minimamente sfiorati.
Ovviamente anche noi abbiamo dovuto sentire qualche commento, diciamo così un po’ “antico” (cose tipo “così lo viziate”, “resterà nel letto fino a trent’anni”, “ non avrete più una vita sessuale”) però, dico la vera verità, certi commenti non mi hanno mai smossa. Perché parliamoci chiaro… dai, son troppo antichi! Voglio dire, dai! Il problema principale secondo i detrattori del sistema è che poi “la coppia non ha più intimità”. Va bene, eh! Però, dai! Ma quanto siete antichi? E mi fermo qui.

Va da sé che non abbiamo mai avuto un lettino specificatamente adibito al sonno del bebito. Una mia collega di lavoro ci ha prestato, per l’inizio, una Stubenwagen  (vedi culla di vimini con rotelle) della nonna, che noi abbiamo usato saltuariamente durante il giorno come “contenitore “ (giacché non abbiamo avuto né sdraiette né altri accessori adibiti al contenimento della creatura).

Con tutto ciò non voglio che a casa nostra non sia mai esistita una “routine del sonno”! Anzi! Il bebito è sempre andato a dormire alle nove circa, nel nostro letto. A volte si addormentava alla nove, a volte alle dieci a volte mai, o meglio mai finché non mi addormentavo anch’io.
Poi ad un certo punto è avvenuta una cosa inaspettata: lui ha iniziato a scocciarsi. Nel senso che lo mettevo a letto alle nove, si addormentava, andavo di là con il papà e verso mezzanotte ci infilavamo tutti e due (io e il papà) quatti, quatti nel letto. E lui si svegliava. Scocciato. Della serie: lasciatemi dormire in pace, che rompimento di palle che siete. Poi, ha iniziato ad addormentarsi nella posizione della stella marina allargata e sembrava volersi prendere tutto il letto. Il fatto che nel letto ci fossimo anche noi, gli pareva una scocciatura. La cosa ci ha creato un po’ di confusione, devo ammetterlo.
Qualche mese fa, poi, il mio compagno si è ammalato. Niente di grave, eh! Solo influenza, ma per uno che in sette anni che lo conosco si è ammalato circa due volte, una specie di evento. Così ho pensato “io e il bebito dormiamo sul materasso degli ospiti, nella stanzetta, così almeno tu stai tranquillo”. Alle nove, come sempre, ho messo il bebito a letto, nella stanzetta, sul materasso per terra. Si è addormentato velocissimamente e da quel dì ha iniziato a dormire nell’altra camera, nel suo letto. Per sua voglia e per sua felicità. Ora, naturalmente il letto per lui noi non ce l’avevamo, perché chi se lo aspettava che si prendesse così bene a dormire da solo! Mica eravamo pronti per questa evenienza! Così ci è venuto in soccorso un nostro amico, che aveva in giro una specie di “futon” singolo fatto da lui con dei bancali (spesa pari a zero e comodità garantita, ma perché tutti si ostinano a comprare sti letti con le sbarre?? Qualcuno mi illumini!).

E ora vi starete chiedendo: ma quindi dorme tutta la notte? Mmmmm, certo che no. Il bebito ciuccia ancora allegramente durante la notte e la qui presente nutrice ha iniziato ad alzarsi per allattare (che ,avendo la creatura quasi 15 mesi, fa anche un po’ ridere). Ora, e vi starete anche chiedendo “ma che sbattimento è?” Volete la verità? Io ormai manco me ne accorgo. Nel senso che a casa nostra, nel buio delle tenebre, accadono cose molto strane. Il mio compagno riferisce che, se gli capita di svegliarsi, si trova a fianco di situazioni tipo “mamma che dorme tranquilla”, “mamma sparita”, “mamma e bambino che dormono tranquilli”. Per il momento la situazione “bambino nel lettone e mamma nel lettino” non si è ancora verificata.  E meno male. Per quel che mi riguarda fino ad oggi mi è successo:

-    Di svegliarmi nella stanza del bebito, nel suo letto, senza ricordarmi assolutamente il momento del trasferimento
-    Di essere svegliata dal mio compagno perché il bebito stava piangendo e di essermelo portata nel nostro letto. E poi di essermi svegliata di nuovo nel suo lettino, nell’altra stanza
-    Di essermi svegliata nel letto del bebito, senza bebito. Lui dormiva per terra.
-    Di essermi svegliata nel lettone, con il bebito, senza ricordare come ci fosse finito.

Di essermi svegliata nel mio letto, normalmente, non mi è ancora capitato.
In pratica son diventata sonnambula. Secondo voi, devo preoccuparmi?

No, che poi mi viene in mente. Siccome gli ospiti li mettiamo a dormire nella stanzetta, speriamo che nessuno faccia mai rumori notturni. Potrei alzarmi automaticamente, infilarmi nel loro letto e cacciar fuori le tette. Forse sì, in effetti, mi dovrei preoccupare.

P.s.  E per chi fosse alle prese con gli amletici dubbi “lettone sì, lettone no, lettino sì, lettino no, farlo piangere sì, farlo piangere no” ho di recente letto un intervista al dottor Oskar Jenni , il quale lavora, in qualità di esperto del sonno, al Kinderspital di Zurigo. Nello specifico Il Kinderspital di Zurigo è uno dei migliori ospedali pediatrici al mondo, no giusto per dire.
E lui dice una roba semplice e chiara: non esistono metodi.  Quello che è importante è trovare una soluzione che funzioni per ogni membro della famiglia, senza preoccuparsene. E quando gli è stato chiesto come ha fatto lui, con i suoi di figli, la risposta è stata semplice: tutti e quattro, finché allattati, sono stati nel letto con i genitori...

L’articolo è, però… ahinoi!, in tedesco! Provate con google translator!

1 commento:

  1. Vedi che bene!! Noi con trasferimenti, vacanze e simili siamo in fase stand by, stiamo ricostruendo a fatica una routine decente, però io sto mettendo freno alle poppate, perchè di poppate ormai non hanno niente, ma solo una ciucciatina che mi fa solo male, quindi sì, lo faccio piangere un po', gli do solo la tetta alle 5 (che quella sì che è una poppata), però per il resto sembro te, solo che ce l'ho ancora in camera, mi ritrovo a dormire un po' con lui, un po' senza e non mi ricordo di quello che succede nel frattempo. Ti dico solo che una volta alle 6 ho svegliato il marito chiedendogli se lui si ricordava per caso se io gli avessi già dato tetta :))))))

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