domenica 9 giugno 2013

Il pericolo è il mio mestiere

Chissà per quale assurdo motivo, lo sviluppo motorio del bambino è un tema che suscita sempre grande interesse. Il quesito “ma di notte dorme?” a partire dagli otto mesi circa, viene sostituito da “adesso gattona?” e subito dopo da “adesso cammina?”. Diciamo che tutti questi quesiti “standard” riescono ad essere piuttosto fastidiosi, anche perché di solito il bambino non dorme, non gattona e non cammina nel momento in cui il martellamento di domande ha inizio. Secondo il mio compagno, questa attitudine generalizzata, avviene perché di solito la gente non sa cosa chiedere e quindi scivola sempre nelle solite banalissime considerazioni. In assoluta buona fede.
Naturalmente il bebito è un tipo che se l'è sempre presa comoda (tale madre...) e a dieci mesi se ne stava ancora seduto bello, bello paciarotto senza nessunissima intenzione di muovere il suo didietro in qualunque sia direzione. Poco male, nonostante fossimo già passati alla domanda “adesso cammina?” e io mi ritrovassi a rispondere “no, e nemmeno gattona”.
Poi, ad un certo punto, il bebito ha iniziato a strisciare e poi a rotolare ed in seguito a rotolare e a strisciare insieme, tipo marines. E in effetti con questa attitudine militaresca riusciva ad arrivare più o meno da tutte le parti, in particolare alla libreria (interessantissima, con tutti quei libri da tirare fuori e spargere ovunque) e al mobile del salotto (interessantissimo, con tutti quei cassetti da aprire e chiudere a ripetizione).
A questo punto la sottoscritta mamma ha pensato “forse non gattonerà mai, ad un certo punto camminerà e basta”. Il che non era mica tanto male, perché, a parte la libreria e il mobile del salotto la situazione era perfettamente sotto controllo. Era.
Nelle mie fantasie da non mamma, un bambino che gattona è una specie di simpatico esserino semimovente, spensierato e soprattutto assolutamente controllabile. Le mie fantasie da non mamma sono delle vere e proprie cazzate.
E' capitato che nel giro di qualche giorno, il marines-bebito si sia alzato sulle ginocchia e con fare incerto abbia iniziato a muoversi a quattro zampe. Il tempo di affinare la tecnica ed è partito come un diretto, cose tipo “bebito, ti va la meren....??” ed è già nell'altra stanza con le dita dentro alla presa. Brutta storia.
Così ho capito che quei volantini di prevenzione un tantino allarmanti contro avvelenamenti, cadute, incidenti domestici, soffocamenti, ustioni e chi più ne ha, non fossero proprio il frutto di qualche nonna ansiosa e esagerata con una spiccata attitudine al rompimento di palle.
I bambini gattonanti sono talmente a rischio che mi domando come mai gli incidenti domesitici alla fine siano statisticamente pochi, rispetto alla loro concreta attitudine al suicidio. No, dico davvero.
In circa dieci giorni di gattonamento il bebito è riuscito a:

- Cadere rovinosamente dal divano, tuffandosi a testa. Conseguenze registrate: nessuna.
Tranne ovviamente un grande spavento per tutti.

- Cadere rovinosamente dal letto, tuffandosi a testa. Ora voi direte che è un vizio e che io sono una mamma distratta. Sto iniziando a pensarlo anch'io.

- Rosicchiare allegramente il Tronchetto della felicità (nota pianta d'appartamento) sito in corridoio, con conseguente ricerca su “google” delle lista delle piante velenose. Sotto la “T” di Tronchetto, comunque non ho trovato niente.

- Tentare di rosicchiare le supposte di paracetamolo. Alla faccia mia di quando pensavo “ma che cavolo lo scrivono a fare tenere fuori dalla portata dei bambini, chi è così idiota da lasciare i farmaci a portata dei bambini?

- Rompere un cassetto e poi chiudersi dentro un dito, con conseguente ferimento.

- Mangiare giornali/riviste/pacchi di pasta e ruminarli spensieratamente.

Ma l'apoteosi è stata quando, settimana scorsa, ha avuto un incidente frontale con l'asse per impastare la pizza.
Eravamo in cucina, io stavo lavando i piatti, lui stava giocando tranquillamente sul pavimento del salotto. Ad un certo punto arriva spedito e si mette a ravanare nel contenitore della carta. Vista la sua naturale attitudine a mangiare la carta, ho pensato bene di tirargli fuori dalle mani tale contenitore. Errore fatale, perché in questi casi è meglio togliere il bambino dal pericolo e non togliere il pericolo dal bambino. Così nel momento in cui io spostavo la carta, lui si allungava appena un po' più in là afferrando l'asse per impastare la pizza. Asse che cadeva in pieno sulla sua testa.
Ora, sappiate che sto parlando di un asse di legno massiccio, grande circa un metro per un metro e che prenderlo in testa, già per noi, non deve affatto essere un'esperienza simpatica.
Subito dopo la botta, il bebito ha pianto disperatamente e poi ha vomitato. Panico. Vero - e - proprio panico.
Mentre componevo il numero del pronto soccorso non facevo altro che ripetermi quanto fossi stata stupida e distratta. E come mai certe cose succedono sempre quando sono sola in casa. Poi la telefonata in (tedesco) si è svolta più o meno così:

- Salve (voce concitata) ho un bambino di un anno e gli è caduto in testa il .....ehhh, il mmmmmm, il “coso” per impastare la pizza e poi ha vomitato! -
- Il mattarello? -
- No! Il, mmmm la tavoletta - (perché è questo che ho detto Die Tafel che in tedesco sta appunto per tavoletta o lavagna),
- Ha vomitato subito dopo la botta oppure è passato un po' di tempo? -
- Subito dopo!-
- Allora è probabilmente per lo spavento. Adesso lo tenga in osservazione, metta qualcosa di freddo sulla testa, non lo faccia dormire e se dovesse vomitare di nuovo, essere strano, lamentarsi o se lei non si tranquillizza...allora lo porti qui. Ma mi può ripetere esattamente cosa gli è caduto sulla testa?-
- E' quella tavoletta che si usa per impastare la pizza, sa di legno, dove si può fare anche la pasta...-
- L'asse?-
-Sì, esatto! L'asse!-

Ecco. Ora mi chiedo ma si può essere più cliché di così? Voglio dire, io con il mio accento italiano che mi ritrovo a Berna a parlare con un medico tedesco del fatto che mio figlio stava per uccidersi con uno strumento per fare la pizza (o la pasta). La prossima volta potrei chiamare per dire tipo, che ne so, che gli è caduta in testa una forma di parmigiano, che si è soffocato con gli spaghetti o strangolato con le corde del mandolino. Oppure è come se un tedesco chiamasse al pronto soccorso in Italia per dire che: “aiuto! Il mio pampino si è infilato würstel su per naso!”

Per dovere di cronaca posso dirvi che comunque tutto si è risolto con un gran bernoccolo e niente di più. Questo a dimostrazione che i bambini sono effettivamente molto, ma molto, resistenti.
Ora però devo andare, il bebito è appena uscito dal mio campo visivo. Caspiterina.

8 commenti:

  1. Oddio, ho le lacrime agli occhi dal ridere!!! Sì, lo so, non si ride sulle disgrazie altrui, ma quella del clichè è fenomenale!!!
    Se ti può consolare il Vitellino striscia come un varano, si tira su dappertutto raggiungendo tutto e, soprattutto, cadendo rovinosamente sempre di testa!! Però non ha mai vomitato e credo che a me sarebbe venuto un infarto!

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    1. E in effetti mi è proprio venuto un infarto... Comunque è tutto training. Vedrai che duri, poi!

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  2. Oddio povero bebito e povera te! Però scusa ma anche io ho riso come una matta, soprattutto ad immaginare la telefonata in tedesco e la spiegazione dell'oggetto...anche io vivo all'estero (USA) e ti capisco, a volte nostro malgrado ci si sente dei cliché viventi :-) Comunque mia mamma era tutto meno che distratta ma io a 2 anni circa mi sono ciucciata tutta la bottiglietta di gocce di antibiotico per orecchie con conseguente svenimento, quasi collasso, corsa in ospedale e lavanda gastrica! Non per spaventarti eh, anzi consolati l'asse della pizza in confronto è nulla... E poi sono quelle cose che dopo ci ridi su...dopo.

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    1. Oh miodio miodio! Come sarebbe una bottiglietta di antibiotico? Aiuto, quello lì sì che sarebbe uno shock! Vado a mettere tutti i farmaci (e oli essenziali!) sotto chiave, che è meglio!

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  3. Io allucino per la resistenza che hanno. tu immagina Marc qua nel campo che abbiamo a portata di mano dalle motoseghe al trattoretto alla falce e martelli vari.Eppure si muove tra gli oggetti sapendo che si può far male, li evita consapevolmente, gira al largo e si va a fare male altrove, dove meno me l'aspetto. Poi sia gattonando che camminando si sfracella in continuazione. Si alza dicendosi da solo "opppeeeeeee!" e riparte. E' come di gomma. Incredibile come si facciano poco male in proporzione a quando siamo noi che ci prendiamo uno stipite nel piade saltando di dolore. Chissà, sì si spavantano, ma non li vedo io che soffrono tanto per una caduta o una testata contro al muro.

    Da invidiare!Secondo me lo prendono come qualcosa di normale della vita, non è che pensano che era evitabile, non so come spiegarmi... lo affrontano come qualcosa che succede e fine.

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    1. Hai ragione! E' incredibile come dopo un "incidente" si riprendano velocissimamente, dimenticando tutto l'accaduto...e magari ridendoci su. Se si potesse fare così con tutte le cadute della vita, un bel Opppeeee e via andare...

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  4. Sto piangendo dal ridere!!!
    Lo so che quando ci sei dentro ti spaventi da morire, ma per fortuna "i è fai da goma" come dicono dalle nostre parti ;-)
    Anche la nostra peste ci fa prendere di quegli spaventi che non so quanti anni di vita ho già perso io in due anni di vita sua!
    L'altro giorno al parco si stava arrampicando su una specie di scala di corda per salire sullo scivolo, le è partito un piede ed è rimasta appesa con le mani, a penzoloni a un metro e mezzo da terra, sono arrivata a prenderla prima che mollasse le mani e alla fine non si è fatta niente, solo un grande spavento, ma non ti dico l'infarto che ho preso io!
    Se vedi le sue gambe ti spaventi, tra i blu e i graffi fanno quasi senso :-( ma lei non cammina, lei corre, naturalmente senza guardare dove va!
    Un abbraccio!
    PS: pensate di venire da queste parti prossimamente?

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    1. Ie propri da goma sì! Comunque se è riuscita a stare appesa a penzoloni solo con le mani, è bella agile, eh! E questo è un bene! Noi arriveremo tra circa un tre settimane...circa. Nel frattempo salutami il paese! Spero tutto bene da quelle parti. Ti mando un baaaaacio gransssssimo a te a all'agile creatura.

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