venerdì 19 aprile 2013

Contagion

"Dimmi un po', ti starà mica venendo la varicella??"
Che io sia un po' naïf è cosa risaputa. C'è stato un tempo in cui qualcuno mi chiamava "svampita", ma è stato tanto tanto tempo fa. E' che sono fatta un po' così, a volte ho un elefante rosa che mi balla davanti al naso e io non me ne accorgo. Che ci vogliamo fare.
Così, quando lunedì mattina ci siamo alzati dal letto, non ho dato troppo peso alle pustole che il bebito aveva sulla testa. C'è da dire, in mia difesa, che qualche settimana fa siamo caduti vittime della temibile "sudamina", che in pratica non sarebbe niente di che, solamente delle macchioline rosse che si formano in zona pannolino a causa del sudore; è bastato lasciare il bebito con il culo al vento per un paio di sere per risolvere la situazione.
Lunedì in effetti le macchioline erano un po' più grandicelle ed anche un po' più pustolone. Il bebito era anche nervosetto, ma si sa che il lunedì è lunedì per tutti. Sto per mettergli la giacca per portarlo al nido, quando noto delle macchioline anche sulla nuca, mi insospettisco, lo spoglio e gli misuro la febbre. Niente febbre, "vabbé dai non è niente". Lo rivesto, lo porto nel bosco e vado in ufficio.

Arrivata in ufficio, casualmente una mia collega mi chiede come va il bebito. Io le dico "bene, a parte che stamattina aveva delle strane macchioline sulla testa" e lei " e sul collo, magari?" e io "si, in effetti" e lei "guarda che potrebbe essere Windpocken (lo scrivo in tedesco, perché la conversazione si è svolta in tedesco". E che sarà mai sto Windpocken? è grave? "no, no" dice lei "è una cosa che hanno tutti i bambini, ma se se ne accorgono al nido ti chiamano subito" e me lo dice in un modo così rilassato che io penso sia una cosa tipo la sopracitata sudamina.
Accendo il computer e scrivo "Windpocken" nel dizionario on-line. E appare, ammiccante, la parola varicella.

Come varicella? In che senso? Avrò mica portato il mio bambino all'asilo nel bosco con la varicella! Non sono così scema. Digito varicella su google-immagini e mi appaiono le simpaticissime foto delle pustole. Identiche a quelle del bebito. A questo punto mi alzo, mi siedo, scrivo al mio compagno, importuno i miei colleghi, faccio un giro su me stessa, tiro su il telefono, lascio giù il telefono, mi metto le mani in testa, digito su google varicella/varicella sintomi/varicella cura/varicella o sudamina?/varicella o morbillo? a ripetizione (inorridendo ad ogni cliccata). Poi mi alzo e torno dalla mia collega. E le dico "dimmi cosa devo fare" e lei "stai calma e chiama il nido per vedere come va".
Ok, le educatrici del nido non mi hanno ancora chiamata. Questo vuol dire che:
A) Non è varicella e io mi sto facendo dei gran pipponi (ed è tutta colpa della mia collega, che c'è da dire però che ha tre figli piccoli)
B) Pensano che sia EVIDENTEMENTE varicella e l'hanno messo solo in un angolo con un cartello "Bio Hazard" al collo
C) Si sono accorte subito che aveva una malattia esantematica e adesso stanno chiamando i servizi sociali perché non ci possono credere che questo povero bambino abbia una madre tanto scema.

Va bene chiamo:

- Salve...ehm...sono la mamma del bebito, sì, cioè....ehm, come sta?-
- Bene, perché?- Ah, bé non se ne sono ancora accorte
- No, perché stamattina aveva delle pustoline sulla testa..e sulla nuca -
- Mmm aspetta che vado a prenderlo - Nel frattempo odo gli uccelli cantar - Si, ecco, effettivamente ha delle pustole, sono una, due, tre, quattro, cinque, sei...-
-ok, ok, ok e sulla schiena? Prova a guardare sulla schiena!-
- Aspetta che gli tiro su il body-
 Silenzio
- Quindi? No sai ho paura che sia varicella -
- Mmmm si...effettivamente sulla schiena ne ha....tante, tante-
- Vengo a prenderlo-
- Ma guarda che è tranquillo, come sempre, e poi ormai avrà già contagiato tutti, non è necessario correre -

Quando studiavo a Milano, ho lavorato in un asilo nido per un periodo. Se ci fosse arrivato un bambino con sospetta varicella, come minimo avremmo azionato una sirena, chiamato la madre, e messo in quarantena la malcapitata creatura.

Nel frattempo prendo appuntamento dal pediatra, scappo dall'ufficio e vado a prendere il bebito nel bosco. Al mio arrivo sta sgranocchiando allegro un pezzo di barbabietola, seduto su un tronco e con tre pustolone sulla faccia.

La visita dal pediatra dura cinque, dico cinque minuti di orologio. Apro parentesi sulla questione pediatrica: a Berna ci sono tanti bambini e pochi pediatri, va da sé che trovare un medico disponibile è una specie di odissea. Io dopo innumerevoli telefonate ho trovato questo, che naturalmente è sfigato, ha cent'anni, ha un accento tedesco che faccio fatica a capire, si tinge i capelli e secondo me non ha idea di cosa stia facendo. Che culo, eh?
Entro, lo guarda due secondi e sentenzia: è varicella. Gli metta questo sulle pustole, cinque volte al giorno (talco liquido), gli somministri quello contro il prurito (un antistaminico), lo tenga in casa e porti pazienza. Arrivederci e buongiorno. Echecazz! Aspetti un attimo: posso lavarlo? gli viene la febbre? lo posso portar fuori? ci sono complicazioni? quanto dura la malattia? che cos'è quel muco che gli esce dagli occhi?

- si può lavarlo
- febbre ne viene poca
- no, non lo porti fuori perché poi lo guardano tutti (no, guardi io intendevo fuori in giardino, mica al supermercato) ah. Faccia come vuole
- no, non ce ne sono
- due, tre giorni, dipende dal bambino
- Il muco è lo stesso che esce dal naso solo che ha i canali ostruiti e gli esce dagli occhi. Gli faccia un massaggino
- buona giornata arrivederci...ah! Ha visto che hanno imbiancato lo studio? Si signora stia calma, però che non è niente.

Insomma un pirla.

In realtà io esco molto easy dallo studio, convinta che se il pediatra l'ha messa giù così facile, allora effettivamente non è niente di che. Arrivo a casa convinta che il bebito sia più un pericolo per gli adulti, che non hanno ancora a vuto la malattia, che per sé stesso.
Naturalmente mi devo ricredere qualche ora dopo, quando le pustole si moltiplicano come funghi, il bebito inizia ad essere parecchio infelice e la temperatura comincia ad alzarsi.
Dopodiché vomito a getto. E mi prende un pochino di preoccupazione.
Ma mi dico, domani andrà già meglio.

La nottata è infernale. "Vabbé è normale, poi andrà meglio".
La mattina il mio compagno va al lavoro e noi due restiamo soli.

Ed ecco che il bebito piange e piange, la febbre arriva a 39, le pustole sembrano vaiolo e io non so più che fare. Anche perché non ho in casa farmaci per abbassare la febbre e uscire per andare in farmacia è impossibile. Mi prende veramente male.
Come se non bastasse il muco che esce dagli occhi è diventato una specie di colla appiccicaocchi. E se non fosse per le lacrime non riuscirebbe nemmeno più ad aprirli, i poveri occhietti.

Chiamo l'amica mia, quella pratica. Che naturalmente molla lì tutto al lavoro e viene in mio soccorso con una scatola di supposte per bebé di paracetamolo. Santa subito.
Messa la supposta la situazione si stabilizza e torniamo ad essere un po' più tranquilli. La sera stessa inizio a stare male io.

La mia non è stata varicella, solo una banale influenza mista a un po' di fatica. E oggi, che è venerdì,  stiamo decisamente meglio, le pustole sono diventate delle croste e finalmente ci siamo ripresi. Il mio compagno ci è stato di grande aiuto, altrimenti ci toccava chiamare una badante.
Naturalmente c'è stato un sole grande così tutta la settimana e oggi piove. Ovvio.

Ora, se il vostro bebito dovesse avere la varicella, state tranquilli; effettivamente non è niente di pericoloso ed è meglio farla subito, subito così ci si toglie il pensiero. Detto ciò sappiate che:

- Il contagio avviene circa 15 giorni prima della manifestazione della malattia e il bambino è contagioso già un paio di giorni prima dalla comparsa delle pustole e fino a quando tutte non si saranno seccate.

- La febbre può venire, a volte fino a 39. Niente panico. Avere delle supposte di paracetamolo in casa (giusto per le evenienze) è cosa buona e giusta. Scoprire il bambino, anche.

- La sera è bene fare un bagnetto tiepido con amido di mais. Aiuta a togliere il prurito e accellera il seccarsi delle pustole.

- Le notti saranno difficili, perché il prurito si fa più intenso. Il bebito sembrava un tarantolato. In effetti un antistaminico può aiutare.

- Il talco liquido serve e va applicato minuziosamente su ogni pustola.

- Per gli occhi spurganti non si può fare grandi cose, a parte pulirli con un fazzoletto (sempre che ci riusciate).

- Ricevo su appuntamento. Per consultazioni telefoniche pregasi contattare la mia segretaria. Grazie

1 commento:

  1. Per gli occhi, io faccio gli impacchi di camomilla, noi stiamo combattendo con quelli in questi giorni, fortunatamente niente varicella, manca solo quella guarda!!!
    PS: in Italia se avessi portato un bambino con la varicella all'asilo sarebbe successo un casino!!!!

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