giovedì 7 marzo 2013

La (quasi) fine di un babytrip

Da quando è nato il bebito ho profondamente cambiato percezione di me stessa. Ho iniziato a percepirmi principalmente come una mamma, il che ha provocato in me un grande stravolgimento psicofisico. E' uno scombussolamento talmente radicale che è difficile da spiegare: prima eri una giovane donna alla costante di ricerca di un suo posto nella società e allo stesso tempo presa da problemini quotidiani oserei dire piuttosto "grassi". Quel che succede dopo non te lo puoi aspettare, ma è una cosa talmente grossa che ti spara dritta sul pianeta bambino, senza farti toccare la terra ferma.
Da quando sono rimasta incinta sono entrata in quello che oserei definire "il babytrip" ovvero quel tunnel infinito di bambinomanie più o meno gravi. Credo che ogni gravida diventi ad un certo punto vittima del babytrip, chi più e chi meno.

Il babytrip comporta tutta una serie di comportamenti standard: ricerca compulsiva di informazioni su internet, letture incentrate principalmente sui bambini, studi pedagocici vari, discorsi che si basano quasi esclusivamente su esseri under 10, anzi direi under 3.
Quando poi il bambino nasce, il babytrip continua e si espande e tutto diventa bebitico, ogni piccola parte della tua vita.
Tutto ciò, credetemi, non è male, anzi. Basta osservare la natura per capire come funzionano le cose: ad un certo punto la femmina adulta fa i suoi cuccioli e se ne occupa in maniera assidua e costante. Punto. Quindi credo che la concentrazione esclusiva sul bambino sia finalizzata alla sopravvivenza stessa della specie. Tutto ciò per dirvi che il babytrip è normale.

Non bisogna però dimenticare che la nostra specie ha questa innata capacità di modificare le cose che la circondano, di deviare i comportamenti e gli istinti; abbiamo l'innata capacità di essere infinitamente flessibili. Il che è la nostra gioia e il nostro dolore.
Per questo mi sento promotrice di una maternità più a contattto con la natura, perché sono profondamente convinta che per quanto riguarda il maternato abbiamo stravolto veramente troppo, portando le madri a non essere sicure delle proprie capacità e portando i figli a non essere ascoltati e capiti nei loro bisogni fondamentali. E tutto ciò ha creato un gran pasticcio, non solo a livello individuale ma anche, e soprattutto, a livello sociale.
Ho capito, però, che esiste un però. E questo è quella cosa che ad un certo punto, dopo mesi di babytrip, ti si risveglia dentro. Quella cosa che ti dice "Hei! Ma tu non sei solo una mamma, sei un milione di altre cose". E questo perché viviamo in una società dove la sopravvivenza della specie non è il primo obbiettivo, di obiettivi ne abbiamo molti, moltissimi, variegati e diversissimi fra loro che cambiano da persona a persona, da donna a donna, da uomo a uomo e da mamma a mamma.
Ed è per questo che ad un certo punto il babytrip inizia a finire e a volte ti lascia dentro un po' di vuoto. Nel senso che ti rendi conto che non sei solo una mamma, non c'è solo il tuo bambino, non esiste solo questa idilliaca relazione tra te e lui. E' solo che nel frattempo ti sei un po' persa e non sai più bene chi sei e da che parte hai voglia di ricominciare.
Fino ad oggi mi sono detta che avrei voluto essere mamma e basta, mi sarebbe piaciuto lasciare il lavoro e stare a casa con il mio bambino, per il mio bambino. Non l'ho fatto perché non potevo farlo.
Adesso mi sto lentamente rendendo conto che queste quattro ore al giorno di lavoro, servono, anche se sono faticose e anche se comportano una separazione.
Servono perché per i miei colleghi, io sono sempre io, sono solo un po' più stanca, rotonda e spettinata. Ma sono quella di prima.
A onor del vero bisogna dire che la strada verso una lenta uscita dal babytrip,  è stata spianata dal mio compagno. Dopo innumerevoli lagne sulla mia attuale condizione, mi ha detto: hai bisogno di prenderti un tempo per te, smetti di fare tutto solo per lui. Vi amerete lo stesso, forse più di prima.

Ed è così che ho deciso di seguire il mio nuovo corso, il mio New Deal personale. Perché ne ho bisogno e perché il babytrip sta lentamente ma inesorabilmente finendo.
Quindi ho deciso che:

- Smetterò di sentirmi in colpa ogni volta che lascio il bebito all'asilo. Non merito di sentirmi in colpa.

-  Prenderò al più presto appuntamento dall'estetista: urge ceretta. E poi, perché no, magari mi faccio fare anche un bel massaggio tonificante.

- Mi sono comprata un paio di scarpe arancioni con il tacco, in un momento di follia. Ho intenzione di metterle, ogni tanto.

- Devo ricominciare a leggere libri che non hanno niente a che vedere con il tema "bambini".

- Un pomeriggio, ogni tanto, voglio prendermi del tempo per me, che ne so per andare a passeggio, bere un caffé con un'amica, fare un giro per negozi.

- La mia bicicletta da corsa è appesa al chiodo, da ormai molto molto tempo. Direi che è quasi ora di tirarla giù. La gamba non è più quella di una volta, il tempo a disposizione nemmeno. Ma forse ce la posso ancora fare.

- Mi piacerebbe iscrivermi ad un corso. No, non cose tipo "massaggio del bebé" "aerobica con il bimbo in fascia" o "come costruire dei giochi Montessoriani". Pensavo piuttosto a qualcosa tipo Yoga o teatro danza. Per dire.

- Io e il mio compagno dobbiamo trovare il tempo di guardare un film insieme, ogni tanto. Senza dormire.

- E direi che in generale ho voglia di prendere le cose un po' più alla leggera e con un po' più di allegria. Dirsi ogni tanto che si sta facendo tutto bene. E che sì, sei una brava mamma, anche se non sei perfetta.
Questo è il mio nuovo mantra "le buone mamme hanno pavimenti appiccicosi, cucine incasinate, pile di biancheria, forni sporchi e bambini felici". Tié!

Ok, è' un tantino ambizioso come programma, noi comunque ci proviamo.
Ecco. Ci terrei comunque a precisare che la durata media di un babytrip (stando a miei personalissimi calcoli) dura circa un anno. Ne consegue che secondo me un congedo di maternità di un anno, sarebbe cosa buona e giusta. Ma questa è un'altra storia.

8 commenti:

  1. Come hai ragione! Su tutti i fronti. Dovrei stamparmi queso post e appendermelo sul frigorifero!

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    1. ;-) Io avrei bisogno di una porta del frigo...molto grande!

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  2. ce la puoi fare...certo, viverein un contesto dove le mamme coi pavimenti appiccosi sono la maggioranza e lo ammettono tranquillamente,come dove vivo io, aiuta, ma alla fine siamo noi creatrici del nostro mondo!

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    1. Ciao Valentina! Che piacere vederti qui...seguo con interesse il tuo blog (anche se mi sa che non ho mai commentato). In effetti questa è una delle cose che apprezzo del vivere al nord delle Alpi. Qui la mania della massaia perfetta, semplicemente non esiste. E questo è già un gran vantaggio. Che poi la cosa, invece, sia radicata dentro di noi, non ci si può fare niente. Quindi alle volte mi sento una mamma stralunata perché non riesco a star dietro a niente (e ho i pavimenti appiccicosi, pile infinite di panni eccetera, eccetera). Piano, piano mi libererò del senso di colpa!

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  3. Ottima decisione, sono sicuro che prendendo del tempo per amarti un po' anche il bebito sentirà la differenza e si sentirà ancora meglio con te! ^_^

    Ancora complimentissimi per il blog, per quanto io sia lontanissimo dal babymondo, lo seguo sempre con piacere!
    un bacione! :)

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    1. Che carino sei Marco! In effetti ho capito che mamma-felice = bambino-felice. E quindi adesso ho intenzione di rendermi felice... il che mi sembra un ottimo proposito! I tuoi complimenti, proprio perché ti dici lontano dal babymondo, mi fanno ancora più piacere :-) Un abbraccio forte!

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  4. che poi sei talmente fashionista tu che mica puoi abdicare tanto facilmente....le scarpe!vogliamo vedere le scarpe!

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    1. hi hi hi! Al più presto metto una foto, ci vuole! Grazie per la fashionista :-)

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