mercoledì 7 novembre 2012

Questo bimbo a chi lo do?


Facciamo un po' il punto della situazione. Ormai il bebito ha quasi 5 mesi e mezzo e ormai la mia pausa maternità sta per finire. Così, da qualche tempo a questa parte, è iniziata in me la piccola odissea privata del "dove metto il mio bambino" e del "potrò mai tornare al lavoro tranquilla".
C'è da dire che nella civilissima Svizzera il congedo di maternità dura 14 settimane, retribuite all'80% del salario. Detto in soldoni 14 settimane sono tre mesi e mezzo. E detto tra di noi, tornare al lavoro con una creatura di tre mesi e mezzo che ti aspetta a casa è roba dell'altro mondo.

Non mi dilungherò troppo sulla questione politica e sociale, sta di fatto che in quanto mamma, in quanto donna e in quanto cittadina mi sento profondamente offesa da questa realtà. E ancora di più mi sento profondamente offesa da quei trogloditi (permettetemi il termine) che pensano che questo tempo sia sufficiente,”perché in fondo se hai voluto la bicicletta, pedala e non ti lamentare, non si può avere tutto". Peccato che viviamo in una società dove le azioni degli uni hanno delle conseguenze sugli altri e la mia bicicletta contribuirà al futuro di questo paese. Senza contare che il mio ritorno al lavoro, e il conseguente pagamento degli oneri sociali, contribuiranno al benessere di tutti. Ma come ho già detto non mi dilungherò. Anche perché poi mi viene il nervoso.
Sta di fatto che ho scelto di fare una pausa maternità "allungata", rinunciando a due mesi di stipendio, per poter stare con il mio bambino almeno fino ai suoi sei mesi. C'è poi da dire che tornerò al lavoro solo a tempo parziale: in pratica sarò presente solo la mattina, quindi il rientro dovrebbe essere piuttosto "soft" (come "soft" sarà anche il mio stipendio e la mia "carriera" pur rendendomi conto di essere una privilegiata).
Detto ciò, da ormai un (bel) po' di tempo ho iniziato ad organizzarmi per poter trovare una soluzione soddisfacente nell'affidamento mattutino del bebito e, tra parentesi, ho dovuto entrare in pace con me stessa per il fatto di doverlo affidare a qualcuno. Perché se c'è un difetto nel maternage ad alto contatto, e nel chi lo promuove, è quello di farti sentire una merdina nel momento in cui devi tornare a lavorare. Conseguentemente ho perso qualche notte di sonno pensando a "oddio come farò a lasciare il mio bambino" e "oddio come è ingiusto questo mondo" e "oddio devo trovare una soluzione al più presto".
La soluzione più probabile e immediata (non avendo nessun famigliare vicino) sembrava essere quella dell'asilo nido. Peccato che dal momento in cui sono rimasta incinta ho capito che non sarebbe stata una strada facilmente percorribile: liste d'attesa chilometriche (per i posti sovvenzionati dal comune) e costi folli per i posti non sovvenzionati (fino a 80 franchi per mezza giornata), ci hanno un tantino spaventati. Così al mio quinto mese di gravidanza ero già nella fantomatica lista.
Per dovere di cronaca devo dire che qualche settimana fa mi hanno chiamata per dirmi che si era liberato un posto in un nido vicino a casa. Siamo andati a visitarlo e, non so dire perché, non mi ha fatto una buona impressione. Mi sono così trovata in quella spiacevole situazione del non potere dire di no (e chi direbbe di no ad un posto sovvenzionato, dopo tanta attesa!) pur non sentendomi affatto sicura. Poi abbiamo trovato casa dall'altra parte della città e il problema si è risolto da solo.  Risolto naturalmente per modo di dire.
Così fino a qualche tempo fa, non c'era soluzione e la cosa era assai grave (che fosse grave lo capivo soprattutto dalle facce della gente dopo aver detto che "no, non ho ancora un posto al nido").
Poi, cercando un po' in internet e parlando con altre mamme, mi si è aperta l'ipotesi "Tagesmutter", ipotesi che mi è sembrata da subito molto interessante: personalmente sono convinta che un bebito di sei mesi abbia bisogno di figure di riferimento più che della tanto sbandierata socializzazione offerta dai nidi e sono anche convinta che un ambiente familiare sia importante per una creatura così piccola. In pratica una Tagesmutter (o “mamma diurna”) è una persona che tiene, a casa sua, fino a tre bambini, inserendoli un po' nel suo “menage familiare” e offrendo un tipo di cura sicuramente meno strutturata ma secondo me più spontanea. Inoltre le Tagesmutter fanno capo ad un' organizzazione che si occupa della loro formazione, delle questioni amministrative e dei “controlli qualità”. Se la Tagesmutter fa una buona impressione credo sia un'ottima possibilità, se la Tagesmutter sta sulle palle, sembra una pazza o vive in un sottoscala credo sia una pessima soluzione.
Sta di fatto che, senza dilungarmi troppo, abbiamo trovato una mamma diurna al bebito e che oggi ha fatto la sua prima oretta solo, soletto con lei (proprio solo no, visto che c'era anche un'altra bimba, la mamma della Tagesmutter e il loro cane chihuahua...si avete capito bene).
A quanto pare per il bebito è andato tutto bene, la sottoscritta mamma ha avuto qualche difficoltà in più. Lasciato il bambino sono andata a fare un giro in centro, dove ho incontrato una collega di lavoro che appena mi ha vista mi ha detto: -ma sei senza bebé!?- e io: -eh!- e lei -goditela!-.
Diciamo che non l'ho proprio presa alla lettera, tant'è che per fare passare il tempo mi sono infilata in una profumeria, pasticciata tutta di rossetti e ombretti e alla fine ho comprato un lucida labbra che se lo metti la prima volta sa di fragola, le volte successive sa di detersivo per i piatti. Cioè la differenze tra me e una dodicenne è stata che io il lucida labbra l'ho pagato. Tutto ciò per dire che non ero tanto in me. Dopo l'acquisto intelligente sono tornata verso la casa della mamma diurna, sbagliando tram e ritornando per sbaglio a casa (mia). Meno male che mi ero incamminata con larghissimo anticipo. Insomma tutto ciò per dire che lasciare il bebito a terzi mi crea un po' di stress.
Comunque al mio ritorno l'ho trovato sorridente steso su un tappetone e quindi da lunedì prossimo andiamo avanti con l'inserimento.
E a pensarci bene forse un po' di voglia di tornare al lavoro mi è venuta. Si inizia a dicembre. Stiamo a vedere.

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