venerdì 30 novembre 2012

Stiamo calmi che va tutto bene

Venditti cantava: "e quando pensi che sia finita è proprio allora che comincia la salita...che fantaaaaastica storia è la vita". Mi ritrovo perfettamente d'accordo con il testo citato della canzone. Tranne che per l'ultima parte, perché qui di fantastico non c'è proprio niente.
Cosa sarà mai successo? Dunque, dunque per fare una citazione da scuole medie diciamo che se la fotuna è cieca la sfiga ci vede benissimo (cit. di Lupo Alberto).
In pratica lunedì inizio a lavorare e già di per sé questa è una piccola fonte di stress nella mia neovita da neomamma. Una neomamma è di solito parzialmente sollevata da questa preoccupazione, se sa che il suo bebé è tranquillo e in buone mani durante la sua assenza. 
Io mi assenterò dal bebito per quattro ore al giorno; fino a qualche giorno fa avevo trovato la giusta soluzione: la tagesmutter dalle 08.00 alle 12.00. Wow.

mercoledì 21 novembre 2012

L'angolo della poesia: Bambino

Poster di Sabina Oberholzer e Renato Tagli, Cevio

Bambino 

di Alda Merini   

Bambino, se trovi l'aquilone della tua fantasia
legalo con l'intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventerà una pianta
che ti coprirà con le sue foglie.
Fa delle tue mani due bianche colombe
che portino la pace ovunque
e l'ordine delle cose.
Ma prima di imparare a scrivere
guardati nell'acqua del sentimento.

venerdì 16 novembre 2012

Momò


Cambiare casa porta un grande bagaglio di cose nuove, porta con sé la consapevolezza di un nuovo inizio, nuovi ricordi tutti da costruire. Si sa, i ricordi si legano spesso ai luoghi.
Lasciare una casa dove si ha vissuto per anni, in maniera anche intensa, porta con sé la voglia di fare il bilancio di quei ricordi. E se c'è una cosa della vecchia casa che voglio ricordare, questa si chiama Momò.
Momò è il nome di un gatto, del nostro gatto.
Il giorno in cui abbiamo traslocato nella vecchia casa ci siamo detti: qui manca un gatto.
E mi ricordo benissimo quando andammo a prendere Momò. La mamma del nostro micio aveva scelto di farlo nascere in una casa-cascina a Mendrisio, abitata da una signora anziana tipo gattara dei Simpson (e di conseguenza da un numero innumerevole di gatti), da suo marito e dal loro cane un po' pulcione. La casa era una di quelle tipiche ticinesi, rurali e incasinate, in una Mendrisio lontana lontana dall'autostrada, dal casinò e dai centri commerciali. Una cascina di una Mendrisio che ormai non esiste quasi più. Va da sé che Momò non poteva che chiamarsi Momò (giusto per intenderci, in Ticino "Momò" significa "di Mendrisio").
Mi ricordo che quando entrammo nella cascina ci venne offerto un bicchierino di grappa e ci venne presentato il micio in questione (la micia, a detta loro).
Quando lo portammo via la signora un po' gattara piangeva, nonostante i suoi cento gatti.

martedì 13 novembre 2012

Ricetta: La torta di zucca

Ebbene sì, sto per scrivere una ricetta. Lo so che fa tanto casalinga, ma quando una cosa mi viene bene ho il piacere di condividerla. E chi mi conosce sa che avendo un compagno "cuoco" la cucina mi è praticamente preclusa (e non mi lamento, eh!). C'è quindi da dire che ogni tanto mi sfogo sui dolci. E questo credetemi è una bomba! E' una bomba anche perché risponde alle caratteristiche base di un buon dolce: gustoso, semplice da fare e con ingredienti caserecci e di stagione. Ed è un dolce con la zucca, verdurona simpatica ma non sempre di facile impiego (almeno per me!).

Quindi ecco a voi la torta di zucca.

sabato 10 novembre 2012

L'aggeggio

Il momento della nanna è una sorta di lato oscuro della maternità. Almeno per me.
Da quando il bebito è venuto al mondo ha sempre avuto qualche problemino con gli addormentamenti. Niente di grave, per carità, ma sta di fatto che ho passato più di una serata a cercare di farlo dormire, tendenzialmente a colpi di tetta. E va da sé che le mie serate sono sempre state piuttosto impegnative.
C'è da dire che il co-sleeping (il dormire con il bambino) è un'ottima soluzione notturna, ma non sono il tipo che va a dormire alle nove. Quindi il progetto è "verso le nove, visto che sei visibilmente stanco ti metto a letto, e io vado di là con il papà /con gli amici/a guardare un film/a finire di cenare". Bene, questa è la teoria. La pratica è che il tutto si svolge in svariati round: primo round tetta a gogo, secondo round tetta e ti cullo un po', terzo round abbracci forti, forti, quarto round tetta e vengo a letto anch'io.
Poi ad un certo punto è arrivato lui: l'aggeggio.

mercoledì 7 novembre 2012

Questo bimbo a chi lo do?


Facciamo un po' il punto della situazione. Ormai il bebito ha quasi 5 mesi e mezzo e ormai la mia pausa maternità sta per finire. Così, da qualche tempo a questa parte, è iniziata in me la piccola odissea privata del "dove metto il mio bambino" e del "potrò mai tornare al lavoro tranquilla".
C'è da dire che nella civilissima Svizzera il congedo di maternità dura 14 settimane, retribuite all'80% del salario. Detto in soldoni 14 settimane sono tre mesi e mezzo. E detto tra di noi, tornare al lavoro con una creatura di tre mesi e mezzo che ti aspetta a casa è roba dell'altro mondo.
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