sabato 27 ottobre 2012

La crisi del portare

Portare il proprio bambino in una fascia portabebé è la cosa più bella che ci possa essere. Ok, forse sto esagerando. Però è una cosa talmente bella e, diciamo la verità, talmente pratica che faccio fatica a capire come possa esistere maternità senza il portare.
Ho portato il bebito in fascia praticamente da quando è nato. All'inizio lo ammetto è stato difficile: la fascia lunga (e per lunga s'intendono circa 5 metri di tessuto) non è che sia proprio gestibile, e ci sono volute parecchie settimane di assestamento. E sempre all'inizio ci sono dei momenti in cui ti vien da dire "ma cosa lo faccio a fare": quando la legatura non ti viene bene, quando dopo 10 minuti ti ritrovi il bebé alle ginocchia o con la testa tutta da un lato, quando non riesci proprio ad infilarcelo e tu devi uscire, quando non sai come vestirlo e hai paura che abbia caldo, quando fuori ci sono trenta gradi. Eppure abbiamo superato tutti gli scogli (e per abbiamo intendo io e il papà, per il bebito è stato amore dal primo istante, senza scogli da superare).

Ho deciso di portare inizialmente per una questione ideologica: mi piaceva l'idea di avere il mio bimbo a contatto, di ricreare per lui una sorta di condizione "uterina", mi sembrava bello portarlo a spasso come si fa nelle culture, diciamo così, più tradizionali. In seguito è arrivata anche la questione pratica: usando la fascia sono riuscita a fare con lui veramente tutto, senza nessuna difficoltà, con il bebito al sicuro e felicemente addormentato a contatto con il mio corpo. L'unico neo è stato quello di dover assicurare la gente che "sì, respira!"e che "no, non gli deforma la schiena" e "no, non sta più comodo nella carrozzina".
Ho capito che portare non è solo bello e pratico, ma è anche una sorta di modo di essere, di condivisione con il proprio bebé, un cosa speciale. In un certo senso è un po' come allattare.
Ho capito che è anche uno stile di vita e la mia unica uscita con la carrozzina me l'ha confermato. Un giorno, tanto per provare, ho tentato di farmi un giro con il trabiccolo...mi sono incastrata su una strada nel bosco e tra le porte di un negozietto indiano, per dirmi "mai più"; morale della favola: con la carrozzina si va bene in posti che io non frequento e la fascia mi ha aiutata a mantenere una vita sociale "normale".
Ho portato tanto anche tra le mura di casa, mentre pulivo, rifacevo il letto, leggevo, lavavo i piatti.
Tutto ciò fino a poco fa, prima che subentrasse la "crisi del portare".

Da qualche tempo ho iniziato a capire che potare "pancia a pancia" non sarebbe durato ancora a lungo: il peso del bebito (che ha raggiunto ormai gli otto chili) mi spezza la schiena e la sua "mole" mi impedisce di vedere dove metto i piedi. Va da sé che stare in giro per più di un'oretta presenti qualche difficoltà.
In un percorso "normale" sarebbe quindi giunta l'ora di spostare il bebé sul fianco o meglio ancora sulla schiena per riuscire a sopportare meglio il peso e per essere meno "impicciati".
Facile a dirsi, naturalmente.
In un libro molto interessante che consiglio ("Portare i piccoli" si Esther Weber) si legge che ad un certo punto è necessario fare "il salto" e per salto s'intende, appunto, mettere il bebé sul fianco e poi sulla schiena (c'è chi dice che il vero portare inizi proprio da qui). Il salto richiede un bel po' di sforzo non solo da punto di vista pratico, ma anche da quello emotivo. Avere il bambino sulla schiena vuol dire averlo fuori dal proprio campo visivo, vuol dire instaurare una relazione basata esclusivamente sul contatto ("sei al sicuro perché ti sento e non perché ti vedo"). Per fare il salto però bisogna essere pronti, bisogna sentirselo.
Esther Weber dice anche che è molto difficile fare il salto senza l'aiuto di una persona esperta.
Mi piacerebbe quindi riuscire a fare un corso, così da sentirmi un più sicura.
Nel frattempo però bisogna uscire di casa.
Confesso quindi di aver tirato fuori il passeggino, e confesso anche che durante la nostra prima trasferta su quattro ruote (quelle del passeggino intendo) mi sono sentita una vera fallita. C'è poi da dire che Berna offre molte possibilità alle mamme passegginate (zero barriere architettoniche, autobus e tram superaccessoriati, ascensori in ogni dove) talmente tante che ho quasi pensato di mollare il colpo, visto anche che il bebito sembrava gradire. Poi un giorno sono rimasta incastrata in un ascensore e qualche sera dopo, all'inaugurazione di una mostra, il bebito ha avuto una crisi vera e propria...e io con lui, cosa che se fosse stato in fascia non sarebbe mai accaduta.
E ho capito che il portare è per noi troppo importante.

Così ho guardato non so quanti video su youtube, seguito più di un'istruzione, ma la strada "sul fianco" con la fascia lunga non mi è sembrata per niente percorribile: il peso tende a sbilanciarmi da una parte e la legatura mi viene uno schifo, inoltre non si risolve il problema della libertà di movimento. Quindi ho iniziato ad interessarmi alla legatura sulla schiena, per deprimermi miseramente subito dopo.

E' che non riesco a superare l'ostacolo chiave: posizionare il bebito sulla schiena. La paura di farlo cadere e di non vedere quello che succede mi fa gelare il sangue.
Così mi sono cucita un mei tai (supporto per portare tipo dei paesi asiatici) che, a detta di molti, dovrebbe essere un pochettino più semplice da gestire. Niente da fare, il passaggio chiave proprio non mi viene e se non viene quello, il resto è un tantino difficile.
Insomma alla fine mi è venuta in aiuto mia zia, che mi ha regalato un marsupio ergonomico ("ergobaby carrier") con il quale il passaggio sulla schiena è piuttosto semplice anche per un'imbranata come me. Altro discorso è riuscire ad andarci in giro con scioltezza senza preoccuparsi troppo di quello che sta succedendo "dietro".
Devo però dire che sono sulla buona strada: oggi per esempio sono uscita per ben più di due ore, con il bebito placidamente addormentato tra le mie scapole. Son soddisfazioni.
Nel frattempo aspetto di essere veramente pronta per il passaggio chiave (e di iscrivermi al corso!).

E sempre nel frattempo guardo e riguardo video su youtube per capire meglio come procedere.
Sto iniziando ad odiare questa donna:


4 commenti:

  1. Rosi anche per me è stato difficile il passaggio lato-schiena (e ti ammiro che a 8 kg ancora lo portavi davanti!!) Marc mi mordeva, mi tirava i capelli....ora invece si che fa? Se ti prende alla sprovista e sei seduta sul divano o per terra si salta sulla schiena e fa ciok ciok cioè il cavallo. Noi l'abbiamo trasformato in un gioco e ora gli dico "facciamo capriola e cavallino?" perché lo prendo e gli faccio fare la capriola a testa in giù. Io ho sempre fatto tutto da sola, le due volte che mi mettevano il baby sulla schina lo mettevano male e 4 braccia con le fascie in mezzo non si coordinano per niente, ma oramai davvero-tipo ieri mattina eravamo di tapas nel centro di valencia, pieno di passeggini, vedo padre con beba di 2 mesi in braccio che piangeva e gli dico "ma ce l'hai una fascia?" che il tipo provava a bersi una birra e non ce la faceva.... poi da sola mi sono messa marc sulla schina e siamo partiti al galoppo. Portare è bellissimo, ma portare dietro è veramente una rivoluzione!
    Francesca VLC

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  2. che dura che sei! Il mio problema è che il bebito pesa otto chili ma ha solo 5 mesi, quindi è ancora un po' "sacco di patate", giusto per intenderci. In effetti portare sulla schiena è veramente bello (e dal punto di vista pratico non ha paragoni). Comunque sto facendo anch'io un pensierino sul mei tai. Ne ho cucito uno ma non è il massimo... m'inventerò qualcosa....

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  3. Il Vitellino ha 4 mesi e pesa quasi 8 kg, anche io dovrei spostarlo sulla schiena, ma così piccolo ho proprio paura di farlo cadere mentre allaccio il tutto anche con il meitai. Però io uso anche il passeggino perchè lui non disdegna e comunque avendone due non è che esca poi così spesso da sola con entrambi...vedremo più avanti...

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    Risposte
    1. Mi fa piacere sapere di non essere la sola che si ritrova confrontats con questa problematica! purtroppo il corso con la consulente non l'ho ancora fatto e quindi sto ancora portando davanti (mi verrà la gobba?)
      C'è da dire che l'ergo semplifica tutta la faccenda ma l'inverno la complica. Vabbé...teniamo duro...

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