giovedì 19 luglio 2012

Questione di metodo

Qual'è secondo voi la domanda che più frequentemente viene posta ad una neomamma? ve lo dico io,  è la seguente: "è bravo? dorme?".
Ebbene sì, binomio neonati-sonno è uno degli argomenti più discussi, dibattuti e spaventosi dell'universo maternità. Diciamo che in generale è anche uno dei problemi più spinosi.
Gironzolando per vari forum per mamme, non ho potuto fare a meno di notare quanto l'argomento sia dibattuto e quanto il sonno del bambino (e rispettivamente dei genitori) sia una delle principali fonti di ansie, preoccupazioni e esaurimenti nervosi.
Nei vari forum se ne leggono un po' di tutti i colori: c'è chi canta la ninna nanna fino a non poterne più, c'è chi passeggia per casa alle tre di notte saltellando su di un piede solo, c'è chi tira fuori la macchina dal garage e porta la creatura insonne a farsi un giretto in piena notte.

(Però c'è anche chi giura che alle otto e mezza appoggia il bebé nel lettino e non lo vede più fino alle otto del giorno dopo; la cosa riempie di meraviglia e rabbia le mamme di neonati insonni).
E poi ci sono i metodi. I metodi sono qualcosa che va al di là del semplice "prova con questo o con quello". I metodi sono qualcosa di scientifico. E i metodi più in voga (almeno a sentire i forum delle neomamme) sono quelli comportamentisti. E' incredibile il numero di mamme che li hanno provati, che li proveranno o che chiedono consigli su come applicarli. Ed è incredibile notare come ogni volta si crei un dibattito attorno al loro uso.
I più conosciuti si chiamano metodo Estivill o metodo Ferber. Se siete mamme o se avete bazzicato un pochino in siti per mamme, non potete non conoscerli.

I metodi comportamentisti sono da sempre molto utilizzati, in particolare nell'addestramento di animali (o di bambini!). A questo proposito permettetemi una piccola digressione.
Vi voglio raccontare la storia (vera) di un gatto di mia conoscenza. Tale gatto lo chiameremo Piccolo aiutante di Babbo Natale.
Piccolo aiutante di Babbo Natale è un micino venuto al mondo tra le quattro mura di un appartamento, con una mamma gatta-da-divano e un papà prestato dai vicini di casa. Piccolo aiutante di Babbo Natale ama la vita d'appartamento e ha una famiglia affettuosa che dorme rannicchiata sul letto.
Il micino un bel dì, viene adottato da un'altra famiglia. Si sa..è il destino di tutti i micini. La nuova famiglia lo accoglie con gioia (anche perché è uno di quei gatti che basta sfiorarli con un piede per farli ronfare vigorosamente, rotolandosi sulla schiena) ma presto si accorge che Piccolo aiutante di Babbo Natale è un micino che a volte non centra proprio bene la cassetta dei suoi bisogni, gioca con i fili della televisione e soprattutto la notte tende a dare un po' fastidio. Così la sua nuova famiglia decide che Piccolo aiutante di Babbo Natale deve dormire fuori.
Quindi al calar delle tenebre il simpatico gattino viene accompagnato fuori dal portone del condominio, viene salutato con una pacchettina sulla testa e lasciato lì. Piccolo aiutante di Babbo Natale piange disperato, tanto da svegliare gli abitanti del primo piano, che gli aprono il portone.
Il micino allora va davanti alla porta di casa sua e continua a miagolare disperatamente. Ad un certo punto si apre la porta: viene preso e riaccompagnato fuori dal portone.
La tiritera si ripete per giorni e giorni, tanto che gli abitanti del primo piano iniziano a preoccuparsi seriamente e a volte gli aprono il portone così che almeno possa trovare riparo sulle scale (anche perché è inverno, fa freddo e piove). I pianti disperati del micino però non impietosiscono la sua famiglia.
E alla fine, parecchi giorni dopo, Piccolo aiutante di Babbo Natale smette di piangere e si addormenta nel vaso accanto al portone.
Oggi Piccolo aiutante di Babbo Natale passa tutta la notte fuori senza fare un lamento. E ora il micino è quasi diventato un gatto adulto, uno di quei gatti che sparisce per giorni senza destare preoccupazione. La sua famiglia sostiene che a lui piaccia tantissimo stare fuori la notte.

Se questa storia vi sembra intrisa di crudeltà, sappiate che in pratica Piccolo aiutante di Babbo Natale è stato addestrato con un metodo comportamentista. E lo so che molti di voi penseranno quello che ho pensato io, ovvero: "ma se volevi un gatto di porcellana potevi comprarti un gatto di porcellana...un gattino di tre mesi fa un po' di casino, cosa vuoi, è un gatto, basta avere un po' di pazienza, poi passa".

Ecco. Per tornare ai famigerati metodi, lasciatemi illustrare brevemente il metodo Estivill.
Secondo questo medico spagnolo, i neonati nascono talmente pirla che non sanno nemmeno dormire. Quindi sta a noi adulti insegnar loro a farlo. Il fatto che si risveglino di notte più e più volte, non è un fatto fisiologico o una parte integrante della loro natura, no! (se noi dovessimo quadruplicare il nostro peso in un brevissimo periodo, non ci sveglieremmo di notte ad assaltare il frigo?). Loro si svegliano di notte per romperti le palle. Il fatto che non vogliano dormire da soli, nel buio della loro stanzetta, non è normale e umano, no! (avete già visto dei mammiferi che dormono separati dai loro piccoli?). Sono dei viziati rompipalle e sta a noi toglierli sto viziaccio, sta a noi renderli indipendenti.
L'indipendenza è una delle motivazioni più convincenti adottate dai metodisti e dai loro adepti. Il fatto che l'essere umano ci metta per natura più di un anno a camminare da solo e almeno sei mesi per stare seduto non li porta a pensare che forse, forse non è proprio un essere che può essere considerato immediatamente indipendente. Ma vabbé.
Il metodo consiste nel creare un rituale della nanna che si ripete identico ogni sera, e fin qui niente da obiettare. Dopodiché il bebé verrà messo nel suo lettino, gli verrà detta una frasina simpatica tipo "buona notte amore mio, non ti voglio sentire fino a domani mattina" e verrà lasciato lì. Bisogna fare attenzione a non dare alla creatura nessun tipo di contatto umano, perché deve imparare ad addormentarsi da solo. Si esce dalla stanza e si chiude la porta. Il pupo inizierà ad urlare disperato. A questo punto inizia il minutaggio: al primo risveglio bisogna far passare tipo tre minuti prima di entrare nella stanza, ripetere la frasina e riandarsene. Al secondo risveglio sette minuti e così via. Fino a farlo piangere per ore, se necessario.
Pare che il metodo funzioni, come ha funzionato su Piccolo aiutante di Babbo Natale.
Naturalmente nel libriccino non c'è scritto che il bambino perde le speranze e ha capito che sua madre e sua padre non correranno mai in suo aiuto. E non c'è scritto nemmeno che questo comportamento fa soffrire immensamente il bambino. Ci sono addirittura pediatri che sostengono che i barbiturici facciano meno male di tale metodo.

Ma allora perché è così popolare e così utilizzato?
Sul perché credo si possa scrivere un trattato di sociologia. Mi limiterà a constatare che i media e il marketing ci hanno messo lo zampino.
Il libriccino (dal titolo "Fate la nanna") ha venduto milioni di copie, tanto che i media ne hanno parlato un gran bene e tanto che ormai si trova in bella mostra in tutte le librerie. Addirittura pare che in alcuni supermercati se compri due bagnoschiuma della Johnson in omaggio avrai il famoso libriccino. Qualche giorno fa sul Corriere della Sera, alla pagina "Salute", il metodo veniva presentato (con tanto di tabella del minutaggio) per rispondere ai problemi di sonno del bambino. Senza contare poi, che il dottor Estivill è diventato famoso in spagna, dove è spesso ospite di trasmissioni televisive.
Va da sé che molti genitori esasperati, non sapendo cosa fare, finiscono con il comprare il libriccino e adottare il metodo. E va da sé che in una società dove tendiamo a curare gli effetti e non le cause, un metodo che funziona nel giro di due settimane, trova terreno fertile.
Naturalmente nei media "mainstream" nemmeno una parola sul fatto che esistono moltissimi libri sul sonno dei neonati e dei bambini, libri molto più articolati e intelligenti del libriccino del signor Estivill. Certo magari sono libri un tantino più lunghi di cento pagine e che non propongono metodi risolutivi nel giro di una settimana.
Perché torniamo sempre lì: i neonati non sono dei mangiaedormi, sono delle persone con delle esigenze e a volte queste esigenze ci rendono la vita complicata. Ma ogni persona fa il suo percorso.

Quindi quando qualcuno guarda l bebito e gli dice "mi raccomando, fai il bravo! Mangia e dormi", vorrei che il bebito potesse rispondere "ma perché non lo fai tu?".

Per concludere vi lascio presentandovi la simpatica App per I phone del dottor Estivill. Se pensate che sia uno scherzo, vi sbagliate di grosso.




1 commento:

  1. Ciao bella! Eccomi qui a commentare il tuo blog!
    Ho smesso di guardare il video dopo 30 secondi... Ma non ci credo, oggi c'è veramente un'app per tutte le cretinate possibili ed Immaginabili!
    Per fortuna non ho mai dovuto pensare seriamente di usare un qualche metodo, ho sempre cercato di seguire quello che mi "diceva" la piccola, i primi tempi si addormentava con me e poi pian pianino mi sono accorta che non voleva più addormentarsi in braccio o accanto a me (si dimenava come un anguilla ;-)) ed allora la mettevo nel suo lettino. Comunque devo dire di essere molto fortunata, odiatemi pure se volete ;-) la piccola è sempre stata una dormigliona (come mamma e papà!) e non ha ma dato troppi problemi per la nanna, basta capire quando ha sonno e metterla a letto al momento giusto, senza volerla far dormire a tutti i costi.
    Adesso la smetto, un abbraccio cara, ci vediamo fra poco! Baci

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