lunedì 25 giugno 2012

i bambini cattivi e la natura dell'uomo



I primi mesi di gravidanza, come ho già detto, sono stati un tantino stressanti e contraddistinti da mille paure. Passate le paure "fisiche" siamo passati ai timori emotivi: sarò in grado di essere madre? e la mia vita non cambierà "troppo", non sarà troppo faticoso? e se poi essere madre non mi piace? e se mi viene la depressione? e via di questo passo.
Naturalmente questo tipo di reazione può dirsi normale e comune a quasi tutte le neomamme (vuoi gli ormoni, vuoi il grande cambiamento che sta per avvenire e che spaventa sempre un po'), ma sta di fatto che al momento ci si prende male. In più non si è certo aiutati dall'ambiente circostante. Sembra infatti che tutti ci tenessero a dirmi che "è durissima" e che poi "vedrai" e che "piangono sempre", e che "hai fatto bene a tagliarti i capelli che poi non avrai nemmeno il tempo di pettinarti". Insomma mi sembrava di essere circondata da terroristi della maternità. E allora mi sono chiesta, c'é un modo per vivere nonostante un figlio? (E a pensarci oggi mi rendo conto di quanto cretina fosse questa domanda. Perché esistono modi per vivere con un figlio non nonostante un figlio).

Secondo l'opinione "comune" un modo c'è e viene chiamato "educazione". Ebbene sì perché i neonati piangono molto e prendono facilmente dei vizi, sta a noi genitori raddrizzarli, insegnare loro a non piangere a stare "giù"a dormire tutta la notte e da soli nella loro cameretta, a fare i bravi.
In sostanza pare che l'essere umano venga al mondo cattivo e pieno di vizi, pronto a rompere le palle e ad esaurire i poveri neogenitori che sicuramente moriranno di sonno e rimpiangeranno amaramente la vita di prima. In più la giovane mamma dovrà farsi forza per non viziare il bebé ed essere diligente nell'educarlo. Sperando poi che non le capiti uno di quei bebé "tremendi" ovvero quelli che non dormono mai, che vogliono sempre stare in braccio, insomma quelli veramente rompi. Vista così, c'è poco da stare allegri.
E allora mi sono chiesta: ma com'è che ogni specie abitante il pianeta fa figli da milioni di anni e per questo non smette di vivere?
E così un giorno mi sono imbattuta, non so nemmeno bene come e perché, nella ricerca condotta da una biologa israeliana che lavorando in uno zoo si è trovata per motivi "pratici" a dover studiare la composizione del latte materno di centinaia di animali. La ricerca è un po' lunghina da spiegare ma cercherò di essere breve e comprensibile.
La biologa si aspettava di trovare delle somiglianze nel tipo di latte in base alla parentela della specie e invece scoprì, con sua grande sorpresa, che la composizione risultava simile in animali molto diversi (ad esempio il canguro e il grizzly avevano latte simile come anche la renna e il leone). Così si rese conto dell'esistenza di una connessione tra la composizione del latte e il tipo di accudimento.
Per semplificare: le mamme grizzly e le mamme canguro hanno un modo molto simile di allevare i loro neonati (sempre a contatto e allattati continuamente) e quindi il loro latte è molto diluito e composto per la stragrande maggioranza da acqua. I gatti e i topi, invece, hanno un latte molto più grasso, infatti sono animali che fanno "il nido" e lasciano i piccoli da soli anche per diverse ore.
Naturalmente la questione è molto più complessa di come l'ho scritta io, ma è giusto per capirci. Insomma ad un certo punto, vista l'interessante scoperta, a qualcuno è venuto in mente...ma l'animale uomo che latte ha? e conseguentemente qual'è biologicamente il suo stile di accudimento?
Ebbene il nostro latte è molto più simile al canguro che al gatto e questo mette le madri umane nella categoria delle "nutrici continue". Ora...è chiaro che anni di evoluzione hanno cambiato le cose e che tutto va preso con le pinze, ma questa ricerca mi è sembrata veramente interessante. Ed ho approfondito l'argomento.
Quindi con mia grande sorpresa ho "scoperto" che biologicamente siamo fatti per stare a contatto continuo, per essere allattati frequentemente e per essere portati.
E quindi mi sono detta: se i neonati tendono a voler succhiare continuamente, a sentirsi spaesati e a non voler dormire da soli e vogliono sempre stare francobollati a qualcuno, non sono solo degli stronzetti viziati. Forse ne hanno bisogno, forse questa è la loro e la nostra natura.
E da questo punto in avanti sono stata decisamente meglio, come futura madre e come persona. Ho capito che i neonati non nascono cattivi e manipolatori per natura ma nascono bisognosi d'affetto, nutrimento e protezione. E questo, perlomeno, ci da qualche speranza nell'umanità. Ho capito inoltre che anche le madri "nascono" e nascono senzienti, proprio come i loro piccoli. Perché se si ascolta il proprio cuore e la propria natura, il proprio istinto, non c'è proprio niente da temere.


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