giovedì 21 giugno 2012

Considerazioni sull'allattamento

Un altro tassello importante nella mia preparazione alla maternità è stata quella di informarmi il più possibile sulla tematica allattamento: dai siti internet, passando per la leche league ho cercato in tutti i modi di trovare delle risposte, in sostanza di capirci qualcosa. Mi sono stupita di quanto poco ne sapessi (e non solo di allattamento ma di maternage in generale). E mi si è aperto un mondo di idee interessanti...è stata un po' una svolta durante la mia gravidanza (della svolta parlerò più avanti).
Insomma dopo numerose letture ho trovato un equilibrio e mi sono trovata ad essere impaziente di provare a mettere tutto in pratica.

Per quanto fossi gasata, si sono presentati i primi problemi. Non miei, degli altri. La frase "speriamo che tu abbia il latte" suonava un po' come una sorta di condanna o meglio una sorta di roulette russa.
Meno male che mi ero informata per benino e sapevo che avere il latte non è questione di fortuna, o meglio...un po' di fortuna di vuole: quanto meno la fortuna di incontrare le persone, i medici e la struttura ospedaliera giusta; perché un buon inizio di allattamento dipende, almeno secondo me, proprio da quello. C'è da dire che è però molto semplice instaurare delle insicurezze in una neomamma, anche in una che si è ben informata. Quindi benché cercassi di cacciare via il pensiero, una piccola e radicata pulce dentro di me sperava sinceramente di avere il latte.
In clinica mi hanno attaccato il bebito per allattarlo a 20 minuti dal parto (nonostante il cesareo) poi hanno spiegato tutto per benino. Lì ho capito che l'allattamento a richiesta non è una scelta, l'allattamento a richiesta è l'allattamento, almeno in una clinica svizzero tedesca (nessuno mi ha detto "puoi scegliere: lo attacchi ogni due, tre ore seguendo una tabella oppure quando lo vuole lui, quando ti fa capire e ne ha voglia" insomma, il diamoci degli orari qui non è contemplato).
Dunque nonostante il cesareo e nonostante dovessi allattare nelle posizioni più assurde, ci ho dato dentro e il latte è arrivato senza tante storie. Attorno al terzo giorno ho dovuto chiedere ad un'infermiera  "ma il latte mi è arrivato?", lei mi ha guardata come se fossi un po' fuori e mi ha riposto "certo che arrivato" come se fosse la cosa più ovvia del mondo, niente per cui festeggiare insomma. Il giorno dopo ricevo un messaggio da un'amica "la montata è arrivata?". Cosa possiamo farci, siamo latini.
Comunque, tornata a casa dall'ospedale mi sentivo pronta ad affrontare l'allattamento, nonostante qualche dolorino ai capezzoli.
Poi però succede qualcosa..dopo qualche giorno di normalità, dopo le visite parenti e amici che sconvolgono un po' gli equilibri, mi è sembrava di avere capito più o meno come funzionava la questione. Ma poi il bebito inizia a volere la tetta sempre. E per sempre intendo in particolare nella fascia oraria dalle 18.00 in poi. Oddio sarà normale? Una sera poi è veramente rimasto attaccato delle ore: io lo staccavo e lui gridava, lo riattaccavo e ciucciava felice. Ecco...non è mica normale! Cerco un po' di conforto nel parentado: è colpa mia ha già preso il vizio. Cerco conforto da amiche: forse non hai abbastanza latte. Cerco conforto da altre mamme: forse il tuo latte non è di buona qualità.
A livello razionale sapevo benissimo che si trattava di emerite scemenze, ma come ho già detto una neomamma è molto vulnerabile e va in palla piuttosto facilmente. Dunque, che fare? Il manuale della leche league sembra rassicurarmi "i bambini si attaccano per fame ma anche per sete e questo può accadere molto frequentemente durante la giornata". E poi capisco: il mio bambino mi usa come ciuccio. E questo è male! Molto male! Tutti quanti mi dicono e mi consigliano " non farti usare come ciuccio, sei pazza?? Piuttosto dagli il ciuccio". Ora...il ciuccio ad un bebito di meno di un mese, giammai! Come uscirne?
Poi sul sito bambinonaturale.it trovo un simpatico ebook in regalo "latte di mamma e dintorni", una raccolta di articoli di Sara Cosano. Lo leggo avidamente e capisco alcune cose importanti prima fra tutte: la tetta è anche un ciuccio e il ciuccio non fa altro che sostituire la tetta. Perché i bebé si attaccano,  per fame e per sete ma anche per conforto per coccolarsi un po', per soddisfare quella che si chiama "suzione non nutritiva". Infatti gli umani nascono con la capacità di mettere in pratica due suzioni diverse: una appunto nutritiva e una che non lo è . E questo l'ho capito durante le prime coliche dove lui stava male e cercava la tetta e io mi dicevo "ma perché vuole la tetta se ha mal di pancia??" però se gliela davo lui stava stava subito meglio.
Poi l'altro giorno su youtube ho visto un documentario sull'allattamento, dove naturalmente bisognava  cercare un po' il caso "a tutti i costi". Ed ecco il ritratto di una famiglia dove una mamma allatta le figlie di 8 e 6 anni. Ora...la scelta di allattare delle figlie così grandi è piuttosto discutibile (come è discutibile anche la scelta consapevole di non allattare del tutto, anche se è socialmente più accettata) sta di fatto che mi sono detta, se c'é una mamma che allatta una figlia di 8 anni e se ne frega non vedo perché io mi debba fare i problemi a dare la tetta molto frequentemente e per diverse ragioni al mio bebito.
Ecco e quindi per il momento è così. La mia tetta è fonte di nutrimento, coccola, consolazione, antidolorifico, acqua, camomilla, finocchio, miele e orsacchiotto.
Poi è chiaro, non penso che quando sarà più grande e mi chiederà "mamma andiamo al parco" io tirerò fuori la tetta perché non ho voglia di andarci, oppure cadrà in bicicletta e io gli darò la tetta per consolarlo e farlo smetter di piangere.
Ma credo che nei primi mesi sia così. E quindi andrò avanti così. E vi allego il link per scaricare latte di mamma e dintorni...che è decisamente prezioso!
http://www.bambinonaturale.it/2012/06/latte-materno-ebook-gratis-nostri-15-anni/

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